“Grazie alla triste esperienza della pandemia in corso, abbiamo capito quanto la telemedicina e l’assistenza sanitaria a distanza stiano diventando sempre più importanti. Abbiamo così deciso di sfruttare le possibilità offerte dall’innovazione tecnologica dotandoci di un dispositivo come il bracciale salvavita AIDme che, attraverso la tecnologia NFC, permette di avere sempre con sé tutti i dati medici e i contatti di emergenza della persona che lo indossa”. Manuela Bertaggia è il diabetico guida dell’Associazione Diabetici di Chioggia, oltre a essere coordinatrice dell’Associazione Diabetici del Veneto e consigliere nazionale per la sua regione di FAND – Associazione Italiana Diabetici.
A Chioggia sono in via di distribuzione, insieme al tutoraggio nel primo utilizzo, 3mila bracciali salvavita AIDme per altrettanti pazienti diabetici seguiti dal Servizio di diabetologia dell’ospedale clodiense. Il progetto “Salviamo la vita con un braccialetto” è stato realizzato dall’Associazione dei diabetici del centro lagunare grazie al contributo dell’Assessorato regionale della sanità e dell’assistenza sociale e e alla collaborazione dell’Ulss 3 Serenissima.
“Un’idea nata anche a seguito dei contatti e dello scambio di esperienze che abbiamo avuto con l’associazione sarda Diabete Zero ODV, che a sua volta ha donato il bracciale AIDme ai suoi associati”, racconta Manuela Bertaggia. “Oltre ad essere fragile perché affetta da malattia cronica, la persona con diabete è sempre più anziana e molto spesso ha bisogno del caregiver o di un familiare che le stia accanto”, spiega. “Non è facile, per chi fa assistenza, ricordarsi la terapia e gli orari di somministrazione dell’insulina o dei vari farmaci. Attraverso la memoria contenuta nel bracciale salvavita AIDme è invece possibile avere a portata di mano tutti i dati fondamentali, essenziali anche per far fronte alle eventuali emergenze e quindi salvare la vita al paziente”.
“Il diabete è una malattia silente e subdola che colpisce una grossa fetta della popolazione – ha dichiarato il direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima Giuseppe Dal Ben, in sede di presentazione del progetto a gennaio 2021 -. Avere al polso uno strumento salvavita come questo, il bracciale salvavita ADme, capace di assorbire tante informazioni al suo interno, come gli orari e il dosaggio dell’insulina o gli avvisi per i farmaci che devono essere assunti durante il giorno, aiuta a prevenire molte delle emergenze tipiche per chi soffre di questa patologia, come gli attacchi ipoglicemici. Siamo felici, quindi, di contribuire alla buona riuscita del progetto ‘Salviamo la vita con un braccialetto’”.
L’Associazione dei diabetici di Chioggia si occupa dell’assistenza dei malati e fornisce supporto logistico ai sanitari del Servizio di diabetologia dell’ospedale cittadino, ma è anche molto attiva sul fronte della prevenzione, attraverso frequenti attività di screening nelle piazze e incontri formativi nelle scuole, dedicati soprattutto al riconoscimento dei primi sintomi del diabete di tipo 1, che riguarda anche bambini e ragazzi. “Quello dei pazienti pediatrici è un tema particolarmente delicato, a cui la Regione Veneto dedica molta attenzione”, aggiunge Manuela Bertaggia, che, come coordinatrice delle Associazioni dei Diabetici del Veneto, collabora con la Commissione diabetologica regionale e partecipa ai relativi tavoli tecnici. “La presenza del mondo associazionistico a questi incontri è importante, perché fornisce alle istituzioni un punto di vita diverso, più diretto. Partecipiamo alla definizione dei PDTA, ovvero i piani diagnostico-terapeutici, all’aggiornamento delle linee guida per la somministrazione dei farmaci e all’organizzazione dei servizi di diabetologia, inclusa la distribuzione dei presidi. Quest’ultimo è un mondo in continua evoluzione, in cui nascono sempre nuovi strumenti per migliorare la vita degli ammalati. Anche in quest’ottica a Chioggia abbiamo introdotto il bracciale salvavita AIDme”.